“Un DPI non è solo una certificazione o un dispositivo: è l’ultimo scudo tra il lavoratore e il rischio. Ma se quello scudo è scomodo o inadeguato, la protezione diventa una promessa non mantenuta.”
Questa riflessione è un invito a guardare oltre la conformità normativa. Un DPI deve essere scelto pensando alle persone che lo utilizzeranno, ai rischi che devono affrontare e al contesto in cui lavorano. L’RSPP e il datore di lavoro hanno la responsabilità di garantire che i DPI non siano solo a norma, ma anche pratici e accettabili, promuovendo il loro utilizzo con una formazione mirata e continua.
Il successo della sicurezza sul lavoro non risiede solo nei dispositivi, ma nella consapevolezza e nell’impegno di chi li sceglie e li indossa.
DPI: QUALI, COME e QUANDO USARLI
L’Essenza dei DPI nella Sicurezza sul Lavoro
I Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) rappresentano una delle barriere finali contro i rischi presenti nei luoghi di lavoro. Regolati dal D. Lgs. 81/2008 e dal Regolamento (UE) 2016/425, i DPI sono progettati per proteggere i lavoratori dai pericoli che non possono essere eliminati tramite misure tecniche, organizzative o procedurali.
Un DPI efficace deve rispettare sia le norme tecniche di fabbricazione (come le norme UNI EN) sia le esigenze pratiche dei lavoratori, garantendo sicurezza e comfort nell’utilizzo quotidiano.
Categorie di DPI: Dalla Protezione di Base a quella Avanzata
I DPI sono classificati in tre categorie, in base al livello di rischio che affrontano e alla complessità della protezione richiesta. Questa classificazione è regolata dal Regolamento (UE) 2016/425.

CATEGORIA I
PROTEGGE CONTRO I RISCHI MINIMI
Il Lavoratore può valutare direttamente l’efficacia del DPI.
Esempi:
Guanti per la protezione da rischi meccanici lievi, occhiali contro polveri non nocive, cappelli contro il sole.
NORME UNI correlate:
UNI EN 420: Requisiti generali per i guanti di protezione.
UNI EN 166: Protezione degli occhi.

CATEGORIA II
PROTEGGE CONTRO RISCHI SIGNIFICATIVI MA NON MORTALI
Richiede una certificazione CE di conformità.
Esempi:
Calzature antinfortunistiche, occhiali di protezione contro rischi medi, caschi per il settore edilizio.
NORME UNI correlate:
UNI EN 20345: Calzature di sicurezza.
UNI EN 397: Caschi di protezione per l’industria

CATEGORIA III
PROTEGGE CONTRO RISCHI GRAVI O MORTALI
(sostanze chimiche pericolose, atmosfere tossiche o cadute dall’alto).
È obbligatorio un controllo periodico e specifico.
Esempi:
Maschere per respiratori con filtri chimici, imbracature anticaduta, tute per ambienti con rischio ATEX.
NORME UNI correlate:
UNI EN 149: Facciali filtranti contro particelle.
UNI EN 361: Imbracature per la protezione anticaduta.
UNI EN 943-1: Tute di protezione per agenti chimici.
Pittogrammi dei DPI: Una Guida Visiva Essenziale
I pittogrammi stampati sui DPI forniscono informazioni rapide sulle loro caratteristiche e sul tipo di protezione offerta. Devono essere conformi alle norme UNI EN e facilmente comprensibili.
Esempi di pittogrammi comuni:

PROTEZIONE MECCANICA
(UNI EN 388)
PROTEZIONE CHIMICA
(UNI EN 374)

PROTEZIONE TERMICA
(UNI EN 407)

PROTEZIONE RESPIRATORIA
(UNI EN 149).
I pittogrammi non solo comunicano la conformità alle norme tecniche, ma aiutano i lavoratori a scegliere rapidamente il dispositivo giusto per ogni situazione.
DPI: Normativa vs. Praticità nell’Uso Quotidiano
Un DPI conforme alle norme tecniche può non essere sempre adeguato alle esigenze pratiche dei lavoratori. Il vero successo di un dispositivo si misura dalla sua ergonomia e dall’accettazione da parte degli utilizzatori.
Cosa considerare per l’adeguatezza pratica:
COMFORT E LEGGEREZZA: Un casco pesante o guanti troppo rigidi possono ridurre la produttività e spingere i lavoratori a non indossarli.
ADATTABILITA': I DPI devono essere compatibili con altre attrezzature di protezione, come occhiali e maschere.
FACILITA' DI MANUTENZIONE: I dispositivi devono essere facilmente pulibili e riparabili per mantenere la loro efficacia.
CLIMA E CONDIZIONI AMBIENTALI: Per i lavori all’aperto, ad esempio, è essenziale che i DPI siano traspiranti o impermeabili, a seconda della stagione.
Esempio pratico: Un paio di guanti resistenti al taglio (UNI EN 388) potrebbe essere tecnicamente adeguato, ma se risultano scomodi per operazioni delicate, è probabile che i lavoratori non li utilizzino correttamente.
Daniele Brunetto
Fondatore di Patentino Sicurezza
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Nei prossimi articoli, affronteremo in dettaglio i seguenti temi:
1.1 Il motivo nascosto dietro l’80% degli infortuni sul lavoro
1.2. Valutazione dei rischi: La base della prevenzione
1.3. Formazione e informazione dei lavoratori: Un obbligo e un valore
1.4. La figura del RSPP: Ruolo e responsabilità
1.5. La segnaletica di sicurezza: Linguaggio universale per la prevenzione
1.6. Dispositivi di Protezione Individuale (DPI): Quali, come e quando usarli
1.7. Gestione delle emergenze: Piani, simulazioni e prontezza
1.8. La sorveglianza sanitaria: Salute e prevenzione nei luoghi di lavoro
1.9. Incidenti sul lavoro: Prevenzione e gestione delle non conformità
1.10. La cultura della sicurezza: Un impegno condiviso
1.6 I PILASTRI DELLA SICUREZZA: Dispositivi di Protezione Individuale